Acciaio a basso fondo, un metallo scomparso che fa ancora gola a molti

Le antiche navi costruite in metallo custodiscono spesso tesori invisibili agli occhi della maggior parte delle persone, come nel caso dell’acciaio a basso fondo.

Il 27 febbraio 1942, navi da guerra britanniche, australiane, americane e olandesi si scontrarono con una squadra di incrociatori della marina imperiale giapponese al largo della costa di Sumatra. Lo scontro, noto come Battaglia del Mar di Giava, fu una vittoria decisiva per i giapponesi. Morirono 2.300 marinai alleati e 5 navi furono perdute, tra cui l’incrociatore leggero HMS Exeter.

Dopo 65 anni, i sommozzatori hanno scoperto il relitto che si trovava a 60 metri di profondità ma, dieci anni dopo, il relitto scompare. Un mistero? Niente affatto, tutto opera dei raccoglitori di rottami indonesiani che con metodi artigianali avevano spogliato lo scafo di quasi 10.000 tonnellate di metallo.

Mentre le navi da guerra contengono enormi quantità di bronzo, ottone, rame e altri metalli non ferrosi certamente redditizi da vendere sul mercato, non erano questi il motivo di tanto interesse verso la carcassa del relitto. Infatti, era un altro metallo poco conosciuto ma altamente redditizio a spingere gli indonesiani a far sparire il relitto da guerra. Si trattava dell’acciaio a basso fondo.

Il 16 luglio 1945 il mondo cambia per sempre

Per chi non ne avesse mai sentito parlare, i metalli a basso fondo sono quelli che non emettono radiazioni ionizzanti.

Il termine si riferisce generalmente a tutto il metallo prodotto prima del 16 luglio 1945. Quel giorno, alle 5:29 del mattino, viene fatta esplodere la prima bomba atomica al mondo (Trinity) nel deserto del New Mexico (Stati Uniti).

Questo evento ha cambiato il mondo per sempre, non solo militarmente e politicamente, ma anche chimicamente. Infatti, sono stati rilasciati nell’atmosfera dozzine di isotopi radioattivi che non erano mai esistiti in natura: plutonio 239, stronzio-90, cesio-137 e tecnezio-99.

Nei successivi 35 anni, Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna, Francia e Cina hanno condotto oltre un migliaio di test nucleari atmosferici, diffondendo enormi quantità di questi isotopi in ogni angolo del globo.

Isotopi nell’acciaio

Come ben conosce chi produce acciaio, il processo Bessemer standard per la produzione del metallo prevede il soffiaggio di aria atmosferica attraverso il ferro fuso. Di conseguenza, tutti gli isotopi di cui abbiamo accennato finiscono anche in quasi tutti i pezzi di acciaio prodotti dopo il 1945.

Per la maggior parte delle applicazioni questa contaminazione non costituisce alcun problema, poiché la radiazione emessa dall’acciaio è molto al di sotto dei livelli di fondo naturali. Tuttavia, per alcune apparecchiature scientifiche altamente sensibili anche questa radiazione di basso livello genera interferenze inaccettabili.

Un esempio sono i dispositivi utilizzati negli ospedali e nelle centrali nucleari per misurare la quantità di materiale radioattivo che il corpo di una persona ha assorbito. Per evitare che la radiazione di fondo interferisca con le misurazioni, tali stanze devono essere racchiuse in una spessa schermatura metallica. Tuttavia, a causa della suddetta contaminazione da radioisotopi, può essere utilizzato solo l’acciaio a basso fondo che qualcuno chiama anche acciaio pre-nucleare.

Perciò, sono stati recuperati alcuni relitti, in particolare i resti della flotta tedesca della prima guerra mondiale affondata a Scapa Flow (Scozia) nel 1919.

Piombo a basso fondo in Sardegna

Un altro metallo a basso sfondo abbastanza ricercato è il piombo. Infatti, il piombo non solo è suscettibile alla contaminazione da radionuclidi atmosferici, ma può essere contaminato naturalmente anche dall’isotopo radioattivo piombo-210.

Negli anni ’80, i produttori di elettronica scoprirono che le emissioni radioattive del piombo normale stavano influenzavano negativamente la produzione di microchip. Per avere un piombo a basso fondo, i produttori di chip smantellarono le vetrate medievali vecchie di 400 anni da cui ricavare metallo senza isotopi.

Più recentemente, nel 2010, l’Istituto Nazionale Italiano di Fisica Nucleare di Roma aveva bisogno di schermature per il suo osservatorio sotterraneo criogenico per eventi rari (CUORE), un esperimento per rilevare particelle subatomiche spettrali chiamate neutrini. Per costruire la schermatura più inerte possibile, gli scienziati italiani si sono rivolti al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Qui hanno ottenuto il permesso di fondere 270 lingotti di piombo di un antico naufragio romano, affondato al largo delle coste della Sardegna quasi 2.000 anni fa.

A qualcuno interesserà conoscere il valore di un simile metallo. Un riferimento è il prezzo a cui è stato venduto il piombo che funzionava come zavorra in un galeone spagnolo di trecento anni fa: 33 dollari al chilogrammo, circa 12 volte il prezzo di mercato del piombo normale.

Infine, una precisazione riguardo alla moderna produzione di acciaio. Oggi, ci si sta sempre più allontanando dal processo Bessemer, a favore di un processo a base di ossigeno, che utilizza ossigeno puro incontaminato al posto dell’aria atmosferica.

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